domenica 28 ottobre 2012

Il sabato mattina

Le pagine bianche mi piacciono. Sono come quelle persone che, per indole o vocazione, più semplicemente bontà d'animo, stanno ad ascoltare. Tele bianche sulle quali riversare i tuoi colori, poco importa se poi le sfumature siano sempre e solo del tetro di un cielo senza stelle. Ce ne sono poche è vero, ma io le invidio. Non dire niente, magari, piuttosto, non volerlo dire, è segno di grande forza. Io sono una di quelle che va in giro con la tavolozza in mano e i colori freschi. Lo sono sempre stata. Non ci vuole niente che io ti racconti tutto. Condividendo i miei pensieri, vedendoli prendere forma alle orecchie di qualcuno, spingendoli fuori e gettandoli addosso a qualcun altro, mi alleggerisco inevitabilmente. Non ho spalle abbastanza larghe per custodirli intatti, sotto l'ala protettiva del pudore. Io ne regalo un pezzetto a chi se ne vuol prendere una briciola, come quando da bambina, dopo le feste mia madre sistemava equamente nei piattini, tutto ciò che era rimasto, lo imballava con cura e ad ogni ospite che faceva per andare, si rivolgeva con un "ah tieni, porta via questo". Come avremmo smaltito, da soli, quella roba, altrimenti.
Viaggiavo dietro il conducente e la pioggia picchiava il vetro di traverso, come piccoli chicchi di riso, l'autobus fermo al semaforo, se la godeva tutta, quella pioggia, come una sposa, il lancio propizio, all'uscita dalla chiesa. 
Rosso. Verde.
Il cielo grigio e pesante sopra le teste protette dagli ombrelli, i passi svelti delle scarpe ancora ostinatamente primaverili, la danza delle foglie nel vento che apre gli impermeabili e scombina le chiome, la prima passerella stagionale per le sciarpe.
Quanta vita c'è fuori dal finestrino, quello scorrere che non è tempo vuoto ma produttività, impegno, fatica, successo, fallimento o buco nell'acqua. Le immagini scorrono veloci, senza traffico, e io li osservo, come vorrei tuffarmici dentro e sguazzare. La signora compra i fiori nel negozietto alla sinistra della statua, il gruppetto di ragazzi gironzola con lo zaino penzoloni sulle spalle ad un orario troppo tardo per l'entrata e troppo anticipato per l'uscita, le macchine imboccano la via principale con meno foga, i cani al guinzaglio portano la coda alta e annusano l'aria in cerca di gocce, se ne incontrano una si leccano il muso.
" Isotta! " perdo il filo dei pensieri incrociando una voce amica, "non sapevo fossi tornata, ma poi ho guardato il riflesso, ed eri proprio tu." 
Gli occhi buoni di A. mi guardano sorridendo sotto una linea di eyeliner verde smeraldo.
" A. quanto tempo, come stai? Sono tornata da una ventina di giorni" abbasso la testa.
"potevi dirmelo, sarei venuta a trovarti, ci saremmo fatte una delle nostre chiacchierate"
"chiacchierate..." le stringo il braccio con cui si bilancia al mio sedile, ma è come trattenere me stessa "...nel senso che tu pazientemente ascolti e assecondi le mie turbe psichiche, mi consoli e regali pacche sulle spalle" sorrido.
" E' il compito degli amici. Come stai? " la sua voce è leggera quasi quanto dolce e interessato il suo sguardo a scorgere la verità nel mio.
" Come sempre "
" Allora avresti dovuto chiamarmi, e non capisco perchè non lo fai. "
" Perchè si finisce sempre che tu consoli me, per non si è capito nemmeno cosa. E invece lo so che anche tu avresti da lamentarti, anzi, che tu ce lo avresti davvero il motivo per lamentarti, tanti motivi, e invece non lo fai, ascolti me, consoli me, ti prendi anche il mio nero"
Le racconto di me, della mia estate spezzata da promesse non mantenute, della debolezza che ho nell'affrontare la vita, delle cose che non mi stanno bene ma che non ho il coraggio e la voglia, la forza, di cambiare, dei miei sogni per il futuro e della consapevolezza che saranno l'ennesimo disincanto, del buon punto dell'università e della voglia di togliermela dalle scatole, di ciò che mi fa incazzare di questo mondo di merda, del Natale e dell'inverno alle porte di un autunno ritardatario.
Nel frattempo lei annuisce e fa battute, mi incoraggia e dice che devo essere orgogliosa dei miei risultati, di non pensare troppo al futuro altrimenti si carica inevitabilmente di troppe aspettative, di averne fiducia però e che tutto andrà per il meglio, e se non per il meglio, come sarebbe dovuto andare comunque. Dribla le mie domande.
La saluto dopo un'oretta e i cappuccinoecornetto. 
Avrei dovuto fare la spesa, ma torno a casa con le tasche piene ugualmente, di più.
Gli esami non vanno, l'amore non è mai arrivato, la situazione non si sblocca, eppure questo lo capisci dall'ombra che le disegnano sul viso, gli angoli della bocca, dal velo lucido che le fa brillare le pupille per un istante, prima di sparire in una nuova domanda per te. Provo un innato senso di rispetto per chi riesce a tacere i propri dolori, per chi riesce a scenderci a patti da solo, ogni mattina davanti allo specchio assonnato, per chi ha pudore nel mostrarsi bisognoso di qualcosa, desideroso di speranza.
Ed A. è esattamente questo. Una persona che si impegna, anche quando avrebbe tutti i motivi per mollare il colpo, che sta male ma non te lo dice, non te lo fa nemmeno capire, che sente la mancanza di qualcuno ma non la colma con i piagnistei, che non si arrabbia col mondo, che piange di nascosto, ma quando esce mette l'eyeliner smeraldo per fugare i dubbi.
 A. è la mia tela bianca, silenziosa e in disparte che ti offre ogni suo angolino affinchè tu possa trovare un po' più di spazio e non vuole niente in cambio, assolutamente niente.
E siamo diversi, ognuno coi suoi bisogni e le proprie bizzarre soluzioni alla sofferenza. Ma questo mondo non va, in qualunque modo la vogliate mettere, così non va.

              
                                                                                          Isotta


giovedì 18 ottobre 2012

Denim d'Autunno

Dopo lo stallo di questi giorni, riprendo in mano l'iniziativa che avevo intrapreso e giurato di portare avanti, con un post che non aggiunge niente di nuovo, anzi, ma che mi va decisamente di pubblicare: qualche dritta sull'abbigliamento autunnale!
Parlare di cose leggere, frivole e molto girly rende la pesantezza meno soffocante.
Grande protagonista di questa estate che, cavalcando l'onda della fama ritrovata, arriva ad affacciarsi anche alla stagione invernale è la camicia di jeans.
Non so voi, io da piccola la avevo ed inutile dire che l'adoravo, poi però passata quella fase è caduta nel dimenticatoio degli stilisti, dei negozi, nel nostro, così ho dimenticato di averla indossata, dimenticato che fosse comoda e bella.
Se vedevo qualcuno in giro con una camicia di jeans le opzioni erano tre: è un patito del country; non fa shopping dal '90; irriducibile anticonformista capellone, anche nel caso in cui non ce li avesse manco i capelli!
Poi però ci pensano le sfilate, i giornali di moda, le pubblicità di stores come Zara, Mango, H&M a farti vedere come ci sta bene la camicia di jeans praticamente con, ehm vediamo, tutto!
Si, proprinata in tutte le salse, da quel tocco allammuoda e casual chic le cui vere protagoniste sono solo le modelle che anche con sacco addosso fanno la loro porca figura. Insomma, non siamo modelle, ma ci si arrangia.
Ecco allora qualche idea per portarla anche in autunno:


In poche parole, abbinatela con gonne alte in vita, con gonne strette, con pantaloni skinny neri, beige, bianchi, amarant..ops burgundy, leggins in finta pelle, insomma con cosa vi garba di più, ovviamente loro non mettono le calze o gli stivali, ma noi si. Sotto una maglietta o una canotta bianca, se fa troppo freddo per usarla sulla pelle senza niente sotto, io ho provato il total black e devo dire non mi dispiace.
Non sono riuscita a trovare molte testimonianze su internet, ma un altro abbinamento, ah no scusate altrimenti non fa figo, dicevo un altro outfit che mi piace molto è con i pantaloncini, in particolare questi simil-scozzese o come cacchio si chiamano, non lo so!

Orbene, avete già la camicia in denim? Io l'ho presa lo scorso Gennaio, ultimissimi sconti tanto che l'ho pagata 5,99 Euri, un cacchio, visto che adesso la vedo in giro a non meno di 30,00. Ma di come i miei vestiti non costano mai più di 20 euro vi parlerò in un altro post!
Ci tengo a precisare che non acquisto capi in pelle, piume o lana, ormai da un paio d'anni, è tutto o sintetico o di filo, le borse o in ecopelle o riuso quelle di mia madre, pechè io gli animali li amo tutti, senza distinzioni!
Scusate la pessima qualità delle foto, sfortunatamente non ho un tirapiedi da usare come fotografo*.
Un bacio a tutti...resistiamo che arriva il week end!

                                                                                       Isotta


*Ogni riferimento a cose e/o persone è puramente casuale ;) .

martedì 16 ottobre 2012

Fuck you...I deserve better!

I plumcake più buoni del mondo li fa la Mulino Bianco. Potrei mangiarne un pacco intero. Ed è un po' così che sto facendo. Crostatine, marmellate, biscotti, wafers, nutella, chili di nutella. Poi la sera prima di andare a letto oltre alle vitamine, la valeriana e le capsule contro la caduta dei capelli prendo i procinetici, comunemente detti antinausea.
I programmi erano diversi, come sempre. 
E' buffo, non c'è verso che i miei programmi si realizzino per come li avevo stabili, come è buffo che tutto quello che non avrei mai voluto ed immaginato per me, è successo. Così facilmente, così naturale, incontrovertibile. Spesso penso che forse sono io stessa a cercarmele, altrimenti non si spiega. Perchè è vero, è un dato di fatto che le cose non possono andare esattamente secondo i piani, però è anche strano che vadano invece esattamente come non avresti voluto. C'è un non so che di macabro in tutto questo, nella mia vita, forse nella vita di tutti, ma io sto abitando la mia, di pellaccia, e di lei mi lamento.
Raro per me, ma stavolta non riesco a esprimere quello che sento. Oh ci provo, ci provo lo stesso, ma ogni frase, ogni singola parola suona insignificante rispetto a quello che vorrei dire.
Come faccio a spiegarvi il senso di impotenza che deriva dal guardarmi allo specchio. Io non sono quella che lo specchio riflette, io quella la odio e vorrei vederla marcire ai bordi di una strada. Quel corpo piccolo e fatto male, la pelle impura, disidratata e piena di segni non fa giustizia al mio essere interiore. Fossi stata bella, sono certa, non avrei vissuto tutto questo dolore.
Oppure il misto di impotenza e rigurgito che subentra quando parlo con le persone, vicine, lontane. Dovreste credermi, oh si che dovreste! Passo giornate intere ad informarmi su tutto, parlo solo con cognizione di causa, altrimenti sto zitta e preferisco ascoltare, dico sempre la verità, anche quando sputo addosso rancore, anche quando dico che voglio bene. Ma non sembra importare a nessuno. Tutti che pensano cose, suppongono verità fatte di aria.
Impotenza quando dopo rinunce e sacrifici non torna indietro nulla. Il vuoto prima, il vuoto dopo e a me non resta niente. Niente che non sia l'ennesima delusione o il billionesimo errore.
Prima di consegnare leggevo il compito almeno tre volte. La penna rossa sui miei compiti è sempre servita giusto per il voto. 
Ma è questo che pago? L'unica cosa che mi viene da pensare è questa, altre colpe sinceramente non ne ho, e le mie parole magari posso apparirvi arroganti e pretenziose, ma posso giurare sui miei tesori di pelo, che sono l'unica cosa bella che ho, che non ho mai fatto male ad una mosca. E intendetelo pure in senso letterale, dato che non uccido nemmeno le zanzare!
Più leale di così,
più brava di così,
più gentile di così,
più sincera di così
più in regola di così,
io non avrei mai potuto essere.
Allora fanculo!

Allora adesso basta fare la brava bambina. 
Adesso voglio essere un'altra, che magari mi cambia la vita.
E non voglio mangiare sano, piuttosto iniziare a fumare.
Non voglio "no, non posso" ma solo "ecco il mio numero", "ecco il mio corpo".
Voglio ubriacarmi fino al coma etilico, voglio sparire e non farmi sentire, voglio
rubare e cancellarmi dall'università, rinunciare, fallire. Andare in giro di notte e non sapere con chi, farli preoccupare davvero, di qualcosa di concreto finalmente, voglio rovinargliela sul serio la vita, voglio che tutti quanti si vergognino di me non a parole, ma coi fatti, voglio dargli l'opportunità di avere realmente qualcosa di cui lamentarsi.
Voglio tradire i segreti, le promesse, infrangere i sogni, e fare del male, per riscattarmi solo un po' di tutto quello che hanno fatto a me. Voglio fare pena, visto che altri sentimenti non posso suscitarne. Voglio che abbiate pietà, visto che finora non ne ha avuta nessuno.
Voglio cambiare. Devo cambiare. Devono vederla la differenza tra me e chi dipingono io sia! Devono essere traditi sul serio per sapere cosa è realmente, devono sentirsi lasciati davvero per assaporarne il fiele, devono toccare con mano e affogarci dentro all'abbisso che separa Isotta, da quello che i mostri che ha intorno si riempiono la bocca, sia.
Devo dargli un motivo, devo darlo a me per trovare pace.
Troppo odio, troppo rancore, troppa rabbia.
Adesso basta.

                                                                           Isotta


giovedì 11 ottobre 2012

Raccogliere, ideare, creare..

Quando non ho niente da fare, e questo devo confessarvi capita spessissimo, girovago sul web alla ricerca di qualcosa che possa impegnarmi la mente per un po' o semplicemente che mi colpisca positivamente.
Mi ero messa in testa di arredare il microminiloft, purtroppo però il mio budget è ristretto, che dico ristretto, ristrettissimo, di conseguenza mi sono indirizzata verso l'aspetto low cost della cosa. Poi c'è da dire che in quanto animalista convinta, non può che essere vivo in me anche uno spirito spiccatamente ambientalista.
Con questo presupposto, cosa può esserci meglio del riciclo?
Riciclare è fantastico per svariati motivi:
E' economico. Siamo cresciuti con l'idea che quando un oggetto arriva al termine del suo mandato debba necessariamente essere gettato via per fare posto al nuovo, questo alimenta il consumismo ed inevitabilmente ci porta a spendere. Ma non è poi così necessario, ora vedrete!
Apre la mente. Hai smesso dai tempi dell'asilo di giocare con la plastilina e siamo d'accordo, ma perchè non giocare con il resto? Quando si crea qualcosa con le proprie mani è soddisfacente, ci si sente utili, ci si rilassa, si impegna la mente ed il dare vita a nuove soluzioni, sfogo alla fantasia, concedetemelo, è un ottimo esercizio per tenerci mentalmente vivi.
Rispettiamo l'ambiente. Dare nuova vita ad un oggetto, significa non sprecare tutta quell'energia che è stata impiegata per produrlo. Dall'estrazione dei materiali che impoverisce irrimediabilmente la terra, al processo di lavorazione che consuma tantissima energia, allo smaltimento che causa inquinamento. Riciclando investiamo in termini di tempo, lavoro e materiali è vero, ma prolunghiamo al massimo l'uso, con un guadagno netto su tutti i fronti!
Così per il primo appuntamento con le curiosità dal web, ho pensato di mostrarvi alcune "soluzioni" interessanti che utilizzano come materiale da riciclo il legno delle cassette della frutta o i pallet, i "bancali" del supermarcket che si usano per trasmortare grossi carichi di merce. Mi hanno veramente colpita e metterò sicuramente in pratica queste idee, appena ne avrò l'occasione. Pronti?? Via!


Questo tavolino è realizzato con quattro cassette di legno. Incredibile vero?. All'interno dello spazio che si crea nel centro il vaso è appoggiato su dei tappi di sughero se non sbaglio! :)
Oddio mi sento tanto Barbara Guglielmetti, ma quello che serve qui è colore! In una casa di campagna un po' Shabby Chic, colori pastello, legno e tegliere e il risultato garantito!
Il mobile è andato, e l'unica cosa rimasta in buono stato sono i pomelli e il fronte dei cassetti? Facci un'appendiabiti! Una mano di colore, scotch di cara decorato per rifinire i bordi. Fatto!
E invece col cassettone trovato nel garage della nonna che ci facciamo? Un espositore di collane! Bastano dei tappi di sughero per reggere il leggerissimo peso delle pietre e scatoline per rifinire il tutto!
E per arredare il giardino? Dua pallet uno sull'altro, una passata di vernice color noce, le sedie portatele da dentro e per l'aperitivo basta invitare le amiche!
Ok, questi non sono nemmeno verniciati ma il risultato direi che è meraviglioso. Due coppie di pallet, un matereasso rivestito da stoffa coloratissima, cuscini altrettanto e lo spazio sotto la finestra si trasorma in un divano, letto!
Questo esempio l'ho lasciato per ultimo perchè mi sono innamorata. Un vero e proprio set da giardino, che sembra di design, grazie a questo grigio chiarissimo. Pallet, pallet e ancora pallet, usati per il tavolino, le poltrone, il divanetto. Anche qui quadratoni di spugna rivestiti, e quattro cuscinoni per creare un insieme davvero niente male!


Spero tutto ciò vi interessi, quanto interessa me. Non vedo l'ora di avere una casa e la voglia per costruire qualcuna di queste meraviglie.

Un bacio a tutti, arriva il week end!!

                                                                                   Isotta

lunedì 8 ottobre 2012

Ricette Veg! #1

Oggi vi propongo una ricettina che ho testato da poco.
Un'amica, tempo fa, mi aveva regalato del rosmarino biologico dal suo giardino, raccomandandosi di farlo seccare, così da poterlo conservare e usare poi per tutto l'inverno. Io l'ho preso volentieri ma una volta tornata a casa ho pensato "e adesso cavolo ci faccio io con tutto 'sto rosmarino?!"
"Non mangio il pollo, non mangio il filett...aspetta ma io mangio il seitan, che in quanto  sostituto della carne a tutti gli effetti, ci starà bene con il rosmarino!"
Ed ecco che mi sono informata sul procedimento più corretto ed ho prodotto questo:


Spero che vi ispiri al punto tale da provarlo, perchè anche se siete onnivori, non vorrete mica perdervi un salutare ed ottimo piatto, vero?

Ingredienti per una persona:
1 Fetta di Seitan naturale e biologico (lo trovate in erboristeria a negozio di alimentazione naturale)
un cucchiaio di condimento per carni in polvere
un pizzico di pepe nero
farina
sale
un rametto di rosmarino

Procedimento:


Tagliare la fettina di seitan a mo' di filetto


Insaporire con il condimento per carni, un pizzico di pepe nero e successivamente infarinare per bene. Non dovrebbero esserci problemi in quanto il seitan è umido esattamente come la carne, quindi non dovete preoccuparvi che la farina si attacchi.


Scaldare in padella un filo d'olio evo a fiamma media. Adagiare i "filetti" in padella, aggiungere una manciata di rosmarino e cuocere per 3-4 minuti fino a dorare il seitan da entrame le parti.


Una volta dorati, aggiungere un filo d'acqua (o vino bianco per chi lo preferisce) e continuare la cottura per 4-5 minuti, fino a completa evaporazione.


Impiattare, aggiungere un pizzico di sale e buon appetito!

Fatemi sapere se li aveti provati e cose ne pensate, realmente!! ;)

                                                                                             Isotta



sabato 6 ottobre 2012

New Life, new Blog!

Procrastinare è l'imperativo dei pigri. Perchè mai fare oggi quello che si può tranquillamente far domani, o dopodomani. Tra una settimana. E lo so che i piatti ancora sulla tavola apparecchiata mi guardano interrogativi da due giorni "oh ma quando ti decidi a lavarci e rilegarci al nostro posto?"
Ragazzi suvvia, sono sul divano, che è morbido e comodo, la tivù ha sempre qualcosa da dire, pare brutto se di punto in bianco li mollo per dar retta a voi, brutti piatti sporchi che volete farmi faticare!
Insomma se ci fosse un concorso per pigri sarebbe l'unico per il quale non avrei dubbi sulla mia vittoria, al primo posto.
Io sono pigra, ma talmente pigra, che anche se mi scappa da morire la pipì alle 11.00 del mattino, aspetto alle undici di sera, per farla una sola volta, insomma.
Inutile dire che tutto ciò mi ha sempre creato svariati problemi, non il trattenere la pipì, quello al massimo mi causa problemi a reni e vescica; la pigrizia mi ha tolto tanto.
Ad esempio quando non si entrava a scuola, da noi si dice "giocarsela", io mi mettevo d'accordo con i compagni il giorno prima:
"Allora ragazzi, domani non si entra, siamo sicuri??"
"Si si ce ne andiamo a Reggio a far baldoria, dai Isotta sveglia solito orario, ci troviamo alla fermata e poi partiamo!"
"Non ci siamo capiti, voi siete fuori se pensate che per un giorno che posso ubriacarmi di sonno, io mi alzo per venire a Reggio! Non se ne parla proprio, io rimarrò a casa nel mio lettuccio a dormire."
Inutile dirvi che mi guardavano con un misto tra disgusto e compassione negli occhi.
Trasformate la scenetta per qualsiasi altra occasione ed avrete risolto il nocciolo della mia vita da eremita. 
Ad esempio una cosa che mi faceva paura dell'università era il fatto che il far nulla potesse prendere totalmente il sopravvento e che io finissi a dover mollare per incapacità di impormi su me stessa, che non fossi stata in grado di svegliarmi per seguire le lezioni o costringermi a studiare in vista degli esami. Invece ne ho fatti quarantotto, me ne mancano quattro e tutto sembra andato per il verso giusto. 
Avevo sottovalutato il grande senso del dovere che mia madre mi ha iniettato nel cervello fin da piccolissima. A casa mia la parola d'ordine è prima il dovere poi il piacere, e se per il piacere non resta tempo chissene. Sticazzi.
Quindi l'unico modo per sconfiggere l'apatia è impormi un dovere, un obiettivo da portare a termine, una scadenza da rispettare, un impegno con gli altri.
Da questa serissima deduzione è venuta fuori un'idea per rendere la pubblicazione dei post sul blog, se non a scadenza fissa, almeno sostanziosa.
Mi sto prendendo l'impegno, nei vostri confronti e nei miei, di pubblicare ogni mese:
- 3 ricette veg
 - 3 causa animalista
- 3 make up/ hairstyle
- 3 post sull'abbigliamento
- 3 sulle novità che troverò in giro per il web
- varie ed eventuali
Ci tengo a precisare che non sono ne una fashion blogger, ne una chef, ne una make up artist, ne una talent scout; tuttavia sono l'insieme di tutto questo. Desidero che il blog parli di me in una luce diversa rispetto a quello che è stato fin ora.
Voglio lasciare più palcoscenico alle cose belle, alcune anche frivole, ma la vita è fatta anche di questo. 
Ho realizzato che continuare a focalizzarmi sugli aspetti negativi mi getta in una spirale lamentosa e lacrimevole dalla quale è difficile uscire, e questo si riflette inevitabilmente sul blog, che chiede aiuto, ma non ha niente da offrire.
Voglio che mi leggiate con piacere, con il sorriso e magari anche con interesse, senza dovervi sentire dopo ogni post, angosciati dalla mia condizione. Voglio essere fresca e solare, mostrarvi i miei mille interessi, le mie passioni, quello in cui credo e per cui mi batto. Ci saranno i momenti no e di conseguenza i post vecchio stampo, ma spero almeno che saranno intervallati da spiragli di luce.
Che ne dite, posso farcela?
Voglio rinascere e sono certa mi aiuterete.

                                                                                 Isotta

giovedì 4 ottobre 2012

Le parole della mia vita.


Delusione.
"Sei una delusione Isotta!". Le unghie affondavano nella carne morbida del palmo serrato. Ho sempre pensato come può una bambina essere una delusione, se è l'essere bambina stesso, le mille possibilità del futuro divenire. E' un' ingiustizia, il mento avrebbe voluto accartorciarsi in una smorfia di pianto, ma i muscoletti imponevano l'indifferenza.

Viziata.
"Tutte queste scene, sei solo una viziata. E' questa la verità, sei solo una bambina viziata". Nessuno si accorge che sono una donna. O forse dovrei, esserlo, se solo qualcuno si fosse degnato di darmi lo spazio per dimostrarlo. Che forse forse i miei non sono capricci, ma il disperato, tacito grido d'aiuto.
Comodità. Io classifico così.

Inetta.
"Non sei capace di far nulla! A che ti serve essere brava a scuola se sei un'incapace nella vita." E sinceramente lo penso anche io. Ma ciò non toglie che a furia di vederti cucire addosso un'etichetta, finisci per assorbirne l'essenza. Tanto da rispondere a qualunque proposta "No, grazie. Io so solo studiare" e crederlo realmente.

Opportunista.
"Usi la gente, ma non te ne accorgi? Badi solo al tuo tornaconto."
E aver passato una vita sforzandosi di essere il più invisibile possibile, il più in punta di piedi possibile, il meno intralcio possibile.
"Isotta vuoi qualcosa?"  "No, no grazie." Sempre. E segretamente desiderarlo tanto.
Scusa, scusami, mi scusi, non vorrei disturbare, mi spiace per il fastidio. Ho sempre ringraziato, poi.

Cattiveria.
"Sei pessima, cattiva! Sei un mostro!"
Giustificato, se qualcuno porta testimonianza di una parola cattiva alle spalle di un'amica, di un gesto irrispettoso nei confronti di un estraneo, di risate taglienti per le disgrazie di qualcuno, di ferite di fuoco nel cuore di chi ho vicino, di preoccupazioni inflitte ai genitori o a chiunque altro.
Ciò che non riusciamo a comprendere, spesso lo spacciamo per magia nera.

Ce ne sono altre, magari peggiori, ma non è questo il punto. La questione vera è la seguente: se le persone che mi hanno messa al mondo, quelle che mi hanno vista crescere, quello che dice di amarmi, quelli che io credo amici, pensano questo, ma alla fine non sarà la verità?
E se è la verità come posso non accorgermene?
Se non lo è, come possono non accorgersene loro?
Mi sono sempre sentita sola ed incompresa, ed è una cosa alla quale non riesco a fare l'abitudine o a porvi rimedio, purtroppo, ma con che coraggio mi tengo accanto persone che pensano questo di me? 
Come posso provare sentimenti positivi per chi non riesce a capire che avrei solo bisogno di essere amata senza riserve? 
E se a me viene naturale volergli bene, nonostante tutto, perchè loro non me ne vogliono altrettanto; perchè non vedono chi sono; perchè non mi perdonano una volta per tutte e invece continuano a mortificarmi?
Perchè non mi è dato trovare una persona che mi ami davvero, totalmente, che mi apprezzi e mi stimi; non lo merito? Ma che ho fatto di così male?
Sul serio, cosa ho o non ho fatto?

Sono sola, probabilmente è così che deve andare.
Ah ecco un'altra parola: rassegnazione.

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Grazie per i commenti che mi avete lasciato sotto l'ultimo post, nonostante non mi sia fatta viva per tantissimo tempo. Grazie per essere riusciti a farmi credere che questo non sia proprio il postaccio che penso io, al punto da volerci riprovare.
A tutte voi, grazie sincero!

                                                                                Isotta