giovedì 29 marzo 2012

Siate sinceri...

...Che ve ne pare?
Sono finalmente riuscita a sistemare (???) l'aspetto del blog!
Nuovo di zecca, ecco sarà una ciofeca ma a me garba! Mi sono arrangiata alla buona, come vi avevo anticipato, non ho un programma decente di grafica e non sono una web designer, desideravo comunque qualcosa di personale, possibilmente simpatico ed identificativo, che si discostasse dai soliti temi di Blogger, visti e stravisti. Mi era pure passato per la capoccia di chiedere l'aiuto di un/a vero/a WD ma i costi sono davvero eccessivi, considerando ovviamente solo quelli su cui mi sono informata, il cui stile mi piaceva molto.
Accordato che chi fa da se fa per tre (inorridisco di me stessa quando ricorro alla "saggezza" popolare per giustificarmi! ) ho navigato tra le pieghe spazio temporali del DioInternet visualizzando un triliardo di blog fffighi, di gente fffiga, che fa sul serio il/la blogger, micacazzi. Ho spulciato come si fa al mercatino dell'usato, tra terabite e terabite di immagini vettoriali per trovare quella che faceva al caso mio, per trovare qualcosa che mi somigliasse rappresentasse, e poi ho visto lei: 'sta tipetta coi capelli arancioni, in attesa di qualcosa, qualcuno, chilosà, che ammazza il tempo bevendo una schweppes al limone e osserva il mondo dai suoi grandi, sognanti, occhi verdi. Uno specchio? Quando ho fatto vedere l'immagine a mia sorella, due amiche e un amico, in tempi diversi, mi hanno risposto tutti la stessa cosa: "Ma questa sei tu!"
Ebbene, sembra l'abbiano disegnata su misura per me, e siccome il blog gira attorno a me, alle mie stupidaggini, alle cose serie, alla gioia ed alla tristezza mie e solo mie; attorno a lei, io ho costruito il resto.
Spero che a voi piaccia almeno un pochino di quanto piace a me!
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Udite udite, continuano i premi assegnatimi da Marta di MemoriaRem ed Elisa di Scarabocchi di Pensieri, quindi continuano i doverosi ringraziamenti.
Questa volta si tratta di 100% Blog Affidabile, e ci tengo particolarmente in quanto è stato assegnato secondo i seguenti, precisi, criteri:

                       1. E' aggiornato regolarmente;
                      2. Mostra passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive;
                      3. Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori;
                      4. Offre contenuti utili e originali;
                      5. Non è infarcito di troppa pubblicità.

Il punto numero uno, ogni tanto lascia a desiderare, ne sono consapevole, ma mi impegnerò a far meglio ed essere il più regolare possibile nell'aggiornamento!
Quindi ragazze, grazie mille, per la fiducia, soprattutto!
Evito di ri-assegnarvi il premio, non perchè non lo meritiate, ma perchè così coinvolgo blog che magari non l'hanno ancora ricevuto.

I blog che io desidero premiare sono:
Una Zia Aerospaziale
Coffe and Heels
Audrey in Wanderland
Margherita tra le Margherite
La Volpe Mangia l'Uva

Incredibile, tra poco ci saranno le vacanze di Pasqua, vi state organizzando??? Baci!!

                                                                   Isotta

lunedì 26 marzo 2012

Weekend da sfigati: Boing, cinquenni e l'allenamento!

Sono di ritorno da un weekend di "famiglia". Ho raggiunto, infatti, mio zio e la sua famiglia in una cittadina qui vicino a dove studio. Quest' anno non ci ero mai andata, nonostante i ripetuti inviti, allora visto che esami all'orizzonte non mi pare di scorgerne, ho approfittato. Mio zio è stato per tantissimo tempo il mio fratello maggiore, più piccolo di mia madre di sei anni, quando sono nata io ne aveva 20. Volevo che venisse sempre lui a prendermi all'asilo, ero l'unica a cui non urlava contro quando andavo a svegliarlo, facevamo la gara di rutti ed inutile dire che mi batteva sempre, mi faceva rotolare nella neve immacolata, e al mare mi buttava in acqua quando ero in castigo e non potevo entrarci, ovviamente litigavamo quando io volevo vedere i cartoni e lui il telegiornale. Adesso c'è il suo cinquenne G. a monopolizzare il telecomando[ dopo le prime tre ore di Boing volevo uccidermi. Ho resistito due giorni e mezzo. Pretendo la santificazione], i discorsi, la casa, tutti quanti. La figlia grande è un tesoro di bambina, non ha mai pianto quando era neonata, ha sempre preso lo sciroppo senza batter ciglio, non fa capricci, è buona con il fratellino, aiuta la mamma, fa i compiti da sola. Tutto il contrario di quello che ero io, inutile dirlo, e di suo fratello che è un terremoto, ma di quelli che provocano gli tsunami. 
E' pazzesco quanto sia cambiato. Ma questo è inevitabile, da quando è diventato papà è maturato tantissimo ed il carattere irruente e litigioso si è trasformato in amorevole ed accondiscendente. E' un ottimo papà, forse un po' troppo permissivo, ma i papà lo sono sempre, e le madri sanno bilanciare, fin troppo bene, delle volte.
Venerdì sono arrivata per pranzo, mi sono venuti a prendere loro tre, mia zia era al lavoro. Mi raccontano che qualcuno ha fatto i capricci dicendo "anche io voglio venire all'aeroporto!", accorgendosi, solo in seguito, con stupore, che l'aeroporto era dietro casa e gli aerei si erano trasformati in corriere!
Nel pomeriggio l'agenda dell'ometto era occupata dagli allenamenti di calcio, e che fai, non ci vai agli allenamenti? "Mi metto il giubbotto e sono pronta."
All'inizio, appena arrivati, mi chiedo se sia stata una buona idea. Una quarantina di nani urlanti, ognuno con indosso la maglietta del suo eroe calcistico, o più probabilmente quello del papà, corrono per ogni dove, come se fossero appena stati liberati da anni di prigionia. Il campetto, di quelli in erba sintetica, è simpaticamente inserito in una sorta di super santos tagliato a metà, quelle strutture a tendone tanto per intenderci, affinchè sia possibile conservare un'apprezzabile odore di sudore stagnante, e in più offrirti una sauna gratuita. 
Il mister grida una serie di nomi in loop, senza nessun risultato. E' il caos.
Mi siedo sconsolata per terra, in una posizione un po' isolata ma da dove posso comunque vedere le peripezie del cugino, pronta a due orette di noia.
Poi ad un certo punto, entrano due ragazzi vestiti esattamente come il mister, non ci faccio molto caso, ma inspiegabilmente i bambini sono tutti contenti ed iniziano ad ascoltare, addirittura si siedono al centro del campo.
Dopo pochissimo capisco il motivo dell'improvviso cambio di tendenza: iniziano i giochi.
I bambini vengono divisi in tre gruppi al capo del quale c'è il rispettivo mister. Il nostro nanerottolo capita nel terzo e io mi sposto verso di lui, dato che gli tengo la bottiglietta d'acqua evito di fargli fare tutto il campo per bere una sorsata.
Mi accorgo di essere fissata solo quando l'"allenamento" inizia.
E' alto e c'ha le spalle larghe, le tipiche ginocchia da calciatore, identiche a quelle del mio papà, un po' di orecchie a sventola, ma nel complesso è carino, biondo, peccato.
Mi concentro su G. che corre, corre, corre, prova a buttare il birillo al centro della porta con un tiro ma fallisce, non tiene la palla al piede come gli viene detto di fare, è paonazzo e si dirige verso di me con gli occhi di chi nel deserto ha visto un'oasi. Gli do la bottiglia, quando mi sento riprendere "No, no, non deve bere!", e io "ma come non deve bere, non vedi che è sudato e tutto rosso in viso, ha sete e beve!"
"Non deve bere perchè deve imparare che si esce dal perimetro di gioco solo nelle pause. Non è che durante la partita può uscire a suo piacimento. E poi non muore, l'abbiamo fatto tutti eppure siamo ancora qui, vedi!" e sorride, mostrandosi.
Beh in effetti il ragionamento fila, sono pur sempre bambini di cinque e sei anni, ma fila. Mi scuso e cerco di spiegare a G. che sarebbe meglio se aspettasse la pausa per bere, lui annuisce ma non sono convinta che lo farà.
Mentre i bambini continuano a fare gli esercizi, il tizio di prima mi si avvicina e si presenta, tale A. , scambiamo due chiacchiere su quanto sia impedito G. a giocare a calcio, poi torna a fare il mister, ma continua a sorridermi appena ne ha la possibilità. Io distolgo lo sguardo, tanto le due ore stanno passando e appena torna mio zio, ce ne torniamo a casa. Cacchio c'è la pausa, prima. Lui si riavvicina e mi dice che non mi aveva mai vista, gli spiego che sono ospite di mio zio per il weekend, e allora butta lì un "di sicuro ti annoierai allora, se ti va di uscire ti lascio il mio contatto fb, o il cellulare così magari andiamo a bere qualcosa". La mia espressione era questa: 
 


Balbetto un "no guarda, ti ringrazio, ma non è proprio il caso." Allora mi sorride, fa un cenno di intendimento con il capo, due palleggi e si allontana. Ha continuato a guardarmi per tutto il tempo, finchè una volta fuori fà "Ciao G. , ciao Isotta!" e fa l'occhiolino.
E mio zio, "Conosci A. ?" " Ehmm... più o meno!"
Saliamo in macchina, ci sorpassa una Ypsilon nera, e nello specchietto vediamo ancora lui che ci sorride. Vuoi vedere che era l'uomo della mia vita e io gli ho rifilato un NoGrazie! ?

                                                                            Isotta.
                                                  

sabato 24 marzo 2012

Quando finisce un Amore...

Sento bussare alla porta e come al solito, senza pensarci troppo su, invito ad entrare. F. entra e io lo noto subito quell'angolo della bocca che punta verso il basso. Mi chiede come sto e se posso prestarle la tessera della mensa, sa che io non ci vado, e quindi le rispondo immediatamente di si. Ha i capelli perfettamente lisci ed è truccata, sono abituata a vederla col mollettone e le tute, che dopo che ci fai un po' d'abitudine il corridoio e le altre stanze, diventano un'appendice della tua, e se nella tua hai il pigiama, non vedo il motivo per cui farsi dei problemi. 
Adesso sono io a chiederle come sta. Si guarda le scarpe e mi confida "Sono andata a trovare A. , oggi." Si siede accanto a me e fissiamo la tivù muta per qualche istante. 
Quando ci siamo conosciute era il mio secondo anno di università, per lei il primo dei due della specialistica in EconomiaQualcosa, non lo ricordo mai, saranno cose talmente complesse che rifiuto di ricordarne persino il nome. Lei viene dalla Puglia, anzi dal Salento, che per loro è una bella differenza, quando parla della sua terra lo fa con l'orgoglio di chi è stata spinta da cause di forza maggiore a lasciarla. Quell' A. Appunto.
Insieme da sette anni, praticamente, una vita, poi lui trova lavoro come impiegato delle poste in un paesino del Nord. Va via, ma con la promessa che lei le aveva fatto, di raggiungerlo e finire gli studi vicino a lui, infatti così è stato. Infatti lei è diventata una studentessa dell'Università di Pavia, che nei weekend cucinava per lui, accantonava lo studio e si godeva lo stare assieme su una moto, col cuore lì, ma la mente a quell'esame che non avrebbe potuto dare con una preparazione del genere. 
A. dal canto suo non capiva, pensava forse che lei non volesse passare il tempo con lui? Credeva che preferisse il libro ai suoi baci? Non lo so, ma era diventato irascibile, e ogni tanto, dai muri spessi come velina che abbiamo, li sentivamo litigare. Io riesco anche a capirlo, infondo. Un lavoro stabile, 27 anni, la voglia di vivere con lei una quotidianità più intima, in una casa loro, i viaggetti fuoriporta, di quelli che non ti lasciano il tempo di capire, in bilico tra la sensazione di esserci stato, in quel posto, e il fatto che sia stato solo un sogno. Voleva viverla la storia lui. E di certo anche lei, ma non poteva permettersi un'affito, non voleva farsi mantenere da lui, e non chiedeva ulteriori sacrifici ai suoi per il volo e l'hotel. Lei chiedeva tempo, ecco quello si. 
Quando ti lasci con una persona dopo sette anni, non è più una rottura, è un divorzio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso non abbiamo mai saputo quale sia stata, ma lei si è chiusa nella stanza, non accettava i mazzi di fiori, rifiutava le chiamate, distruggeva i ponti che lui cercava di costruire. E l'altra sera, sul mio divano, mi ha confessato di essersene pentita. Che dopo sette anni e quell'incomprensioni credeva di non amarlo più, credeva che lui non l'amasse come avrebbe meritato. E invece non era vero niente. C'erano i problemi, ma quelli chi non li ha! C'erano le differenze di carattere, senza dubbio, ma c'era la cosa fondamentale e lei invece non la vedeva più. Era troppo occupata a pensare all'esame che era andato male, a sentirsi in colpa per i soldi che mamma e papà le mandano da caso, ancora a 26 anni, era offuscata da questo e non vedeva più lui, piuttosto un peso, la causa della lontananza dalla sua terra, dei giorni in moto per accontentarlo invece di stare china sui libri, dei sacrifici, la fonte della frustrazione.
Eppure sembrava convinta. Mi è sembrata convinta ed incredibilmente matura anche quando ci ha detto " A. si sposa. A Giugno." dopo soli due mesi che si erano lasciati. Io a sapere una cosa del genere mi andrebbero in pappa gli ultimi due neuroni che mi separano dalla pazzia clinicamente comprovata. Io avrei gridato. E pianto. E urlato. E sarei andata a dirgli che non si fa, che non ci si sposa un chiodo. Che se fino a due mesi fa piangevi alla mia porta, implorandomi di tornare assieme, adesso non puoi sposare un fottutissimo chiodo arruginito! Che quella regola vale per chi è stato assieme due mesi e si butta nella mischia alla ricerca di qualcuno con cui accusare il colpo, passare il tempo, togliere il ricordo, non chi si è lasciato dopo sette anni!
E niente, dice che è andata dirglielo, tutto quello che da quando ha saputo si è tenuta in fondo allo stomaco, che ha cercato di digerire e invece è lievitato. Talmente tanto da toglierle la forza di vivere, da spegnerle lo sguardo. Glielo ha detto che non le stava bene, che stava facendo uno sbaglio, e soprattutto che non l'ha dimenticato e lo ama ancora. Più di prima.
Adesso io me lo immagino A. , con gli intestini aggrovigliati e la consapevolezza che si è buttato in qualcosa di più grande di lui, che non ci si sposa con una dopo due mesi per cercare di riprodurre la vita che hai sognato e ti sei impegnato a costruire, con un'altra donna per sette fottutissimi anni, con la tua donna, con quella di cui conosci a memoria ogni piega della pelle, con quella con cui hai condiviso i momenti fondamentali della crescita, con quella che è stata tutto, per tantissimo tempo. Con quella con cui so, che se adesso potessi, torneresti insieme all'istante. E sai cosa mi fa capire questo, una semplice frase "perchè non sei venuta prima?". Una frase e il rammarico, gli sbagli, l'impotenza, l'Amore, quello vero, quello finto, i rimorsi e le notti insonni. Soprattutto le notti insonni che ti capiterà di affrontare prima a poi, con gli occhi sbarrati nel buio, affianco ad una donna che non sarà mai quella che realmente volevi avere sdraiata vicino, a chiederti perchè, perchè hai fatto il passo più lungo della gamba?
Lei ha sbagliato, quando lo ha lasciato senza possibilità, in maniera categorica, brusca, chiudendosi la porta alle spalle. Quando si è sentita morire perchè lui era di un'altra e non gli ha detto la verità finchè era in tempo. Quando ha scambiato le incomprensioni con la mancanza d'Amore. 
Ma tu. Tu hai sbagliato a mollare. Hai sbagliato a credere che potesse realmente finire, a credere che era vero che non ti amava più, a non dare fiducia a quell'amore lungo sette anni. Hai sbagliato a rifugiarti in una certezza senza sentimento, in una casa nuova e una proposta di matrimonio flash, senza logica, senza sentimento, senza nulla. Forse per ripicca, forse per paura di restare solo, forse per far passare quel dolore.
Ma non era il modo giusto. Ed ora soffriranno entrambi. 
E mi dispiace immensamente, per entrambi.
Non riesco a concepire parole che possano alleviarle, anche in minima parte, questa sofferenza. Non sono abbastanza per riuscire a farlo.
Spero davvero che ci riesca la vita, a sistemare le cose, che in fondo, ancora, ci spero anche per me.

                                                                                   Isotta.

mercoledì 21 marzo 2012

Springtime, Progettini, Ringraziamenti...

[Per prima cosa come promesso a zia Abelarda, zia ciecata ma che ci tiene a leggere i miei sproloqui, da questo post in poi, il font sarà più leggibile e chiaro. E sinceramente credo di fare cosa gradita un po' a tutti quanti, in particolare alle vostre retine! ]
Dalla regia è tutto, ridò la linea in studio.

Ordunque, eccocci di nuovo, come ogni anno a festeggiare l'arrivo della primavera. Questa volta è successo un po' un caos, qualcuno ha anticipato, qualcuno ha ritardato perchè quell'altro si è messo di mezzo, che poi poverino, non è nemmeno colpa sua, se l'han messo lì, a far mostra di se con una regolarità di quattro anni. Esatto parlo proprio del povero 29 Febbraio. Per quattro anni si tiene nella sacchetta quelle sei ore di avanzo e poi toh, decide di venir fuori e scombinarci tutto quanto. Ma altrimenti, che anno funesto-bisesto sarebbe, se così non fosse?
E' solo che noi siamo abituati, lo sappiamo fin dalle elementari che gli equinozi sono uno, quello autunnale, il 23 Settembre, mentre quello che apre le porte alla primavera è il 21 Marzo, certo. Solitamente però. Non durante un anno bisestile.
Il conto è presto fatto, il giorno in più di Febbraio "ruba" una casella del calendario a Marzo, di conseguenza la primavera arriva sulla carta con un giorno d'anticipo, il 20. In realtà, però, la stesse ore di luce e buio non sbagliano tempistica, non hanno anticipato mica di un giorno, visto che a conti fatti oggi, ammesso che l'anno non fosse stato bisestile, è il 21 e non il 20. Ecco quindi che oggi è stato ufficialmente il primo giorno di rinascita. Da domani, le ore di luce comincieranno a prendere il sopravvento sul buio, e tutti noi, clima, piante, animali, ne gioveremo.
Non mi dite che non sentite quest'aria frizzantina? Non ditemi, che non vi siete accorte dei boccioli sui rami ancora secchi, dei colori che brillano di nuova vita sotto i raggi di un ancora tiepido, sole. Non venitemi a dire che a voi l'aria di cambiamento non vi sta gia portando via i pensieri dalla testa per tradurli in azioni?
Io sono metereopatica, lo sapete, allora potevo resitere? Potevo non farmi trascinare dalla voglia di rinnovamento, di freschezza, di nuovo?
No. Decisamente no.
Udite, udite, il blogghino, zoppicando zoppicando si appresta a compiere il suo primo (di una lunga serie si spera) compleanno, e per l'evento ho deciso di rimodernarlo, solo che lo sto facendo io. Vi lascio immaginare. Non sono una grafica, non ho i mezzi, ho altri impegni e sono mooooolto lenta. Quindi tra qualche giorno conto di finire, mi augurerei in tempo per mettere il vestitino nuovo giusto il giorno del bloggeanno.
Inoltre con grande emozione vi annuncio che ho deciso di indire il mio primo GiveAway, che per motivi che leggerete qui, chiameremo Concorso.
Ancora non so di cosa si tratterà, mi voglio occupare di una cosa alla volta per cercare di farne decentemente almeno mezza, ancora non ho trovato un pensierino adeguato che possa, diciamo, parlare di me e del blog, non ho stabilito date o altre questioni di vitale importanza come emmòchilofailbanner? et simila. 
Inoltre quell'articolo che vi ho linkato mi spaventa non poco- no, è che sono talmente sfigata che finisco in un carcere di massima sicurezza per aver inviato un regalino ad un'amica! Io che non sono mai salita sull'autobus senza biglietto in vita mia!-
Quindi sistemo le faccende e vi fo' sapere...intanto preparatevi :) !
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Devo assolutamente ringraziare Marta di MemoriaRem e Elisa di Scarabocchi di Pensieri, per aver pensato a me per questo "premio". Mi erano sfuggiti i post ed è per questo che pubblico il ringraziamento così in ritardo! Sono davvero felice, grazie ragazze!!! Ho letto volentieri le vostre sette particolarità, le mie le trovate qui, non sto a scrivere le altre altrimenti mi scopro subito e magari mi abbandonate...ovviamente scherzo! Adesso dovrei scegliere 15 bloggher a cui passare la palla, ma io lascio il gioco aperto a chiunque voglia partecipare!

                                                                   
                                                                                                                                                                                                                       Isotta

lunedì 19 marzo 2012

I Nostri SuperEroi...

Batman, Spiderman, Ironman, LaCosa? No.
I SuperEroi sono fatti di carne ed ossa, non carta ed inchiostro, non volano tra un tetto e l'altro, piuttosto guidano nel traffico, e ce la fanno ad arrivare lo stesso, in orario, quando esci da scuola. Mio Padre è il mio SuperEroe.
Quando mi sentivo male, la notte, non gridavo mamma a squarciagola, ma chiamavo lui. Ed era sempre lui che veniva a prendermi quando stavo male a scuola, mi ricorderò sempre le prime volte che avevo il ciclo, e non sapevo ancora riconoscerne i segnali, capitava che non avevo l'occorrente e lo chiamavo, "Papi, mi fa male la pancia..." "se hai bisogno di qualcosa posso portartela, altrimenti se stai male ce ne andiamo a casa". Non mi sono mai vergognata di lui. Tutte le mattina per 18 anni mi ha svegliato portandomi la bottiglia prima e la tazza di latte dopo, a letto. Quando ero proprio piccola mi lavava e vestiva, lasciava a mia madre solo l'onere dei capelli. Agli incontri scuola-famiglia è sempre venuto lui, ad accompagnarmi e riprendermi da danza, pure. Mi ricordo lo spogliatoio freddo e lui che mi infilava di fretta il bodi e le scarpette. E' venuto a tutti i miei saggi, anche quando giocava la Juve, la nostra Juve, e mi ha scattato un numero indefinibile di foto, filmato ogni mia assurda richiesta di protagonismo. Non ho mai ricevuto uno schiaffo da lui, perchè mi bastava vederlo stanco dei miei capricci, per smettere immediatamente. Mi portava a vedere le sue partitelle con gli amici e una volta si è fatto male al ginocchio davvero tanto, piangevo a sighiozzi, ero terrorizzata. Quando ci vedevamo le partite della Juve invece io mi mettevo con l'orecchio sul suo petto e sentivo il cuore aumentare di battiti quando c'era un'azione rischiosa o potevamo fare goal. Non posso non ricordare il suo profumo. Potrei riconoscerlo tra mille, bendata. Lui è il mio Papà.
Abbiamo un'intesa speciale, i suoi interessi sono i miei, andiamo praticamente d'accordo su tutto. Sono io che lo aiuto a passare i fili nel muro, a "pluggare" il cavo eternet di internet, a sistemare la parabola, è a lui che affido il mio Buddy e i gattoni mentre sono via, perchè ama gli animali e mi capisce, come quella volta che per farmi passare la diffidenza nei confronti dei pennuti si è messo i chicchi di grano in mano e i passerotti li mangiavano senza la minima paura, infondo che paura si potrebbe mai avere di un Principe? Lui che ha rispetto di tutti, che quando dicevo "uh guarda...che schifo un verme!" mi riprendeva "ma sai che quel vermetto potrebbe pensare la stessa cosa di te? è un animaletto come un'altro!" . Mi ha insegnato a nuotare, ad andare in bicicletta, mi aiutava a fare i problemi di matematica, mi ha trasmesso l'amore per il calcio, la fede politica, la passione per la fotografia, mi ha fatto scoprire il mondo Apple ed il Mac quando ancora nessuno sapeva cosa fossero, la gentilezza verso ogni essere vivente, l'interesse per la storia ed i misteri, l'essere schizzinosi e precisini in maniera particolare verso il cibo, la lealtà e la moralità.
Mio padre è l'uomo più importante della mia vita, e ho seri dubbi sul fatto che prima o poi qualcuno possa oscurarne il primato, nel mio cuore.
La vita non è stata gentile con lui, è un uomo meraviglioso e giuro che non o dico perchè sono di parte, chiunque me ne ha parlato si è rivolto a lui col termine di Signore. Si è un Signore il mio papà, eppure in questo mondo le cose non vanno mai come devono andare. Ci ha provato tante volte a trovare un lavoro solido, ma succedeva sempre qualcosa di esterno, e mai per colpa sua, le cose andavano a rotoli. Io lo vedo quel velo di tristezza negli occhi, quel pensare che non sta facendo il suo dovere di padre, in realtà è una cosa senza senso, che pensa solo lui. Perchè per me papà, essere un padre è esattamente quello che sei stato tu, una figura solida e sempre presente, che mi ha fatto diventare la persona senza macchia che sono, con i suoi insegnamenti pacati ma incisivi, con l'intelligenza e la gentilezza, la complicità e l'amore.
Tu sei il mio Eroe papà...a prescindere dallo stipendio che porti a casa!
E sarà così per sempre.
Voglio anche fare doppi auguri al mio nonnino, che oggi è sia la festa del papà, che il suo onomastico. Il mio Geppetto che lavora il legno con grande maestria, parla tanto ed a volte mi fa arrabbiare, ma che al telefono mi dice "mancano tot giorni al tuo rientro..." ogni volta che ci sentiamo. Essì li conta. Ogni benedetta volta.
Gli uomini della mia vita...

P.S. stasera vedrò il Re Leone, mi sa...!
                                                                             Isotta

mercoledì 14 marzo 2012

Il mio messaggio nella bottiglia...


"Forse ti chiederai perchè sei solo. Per quale motivo ogni mattina, quando ti chiudi la porta alle spalle ti senti come se avessi lasciato indietro qualcosa. E magari ti incazzi pure per non riuscire a capire cosa sia. Mi sembra di vederti, seduto nell'abitacolo, un po' impaziente, attendere che il rosso diventi verde e ti conceda di correre via, all'università? a fare la spesa? al lavoro? fai un lavoro? chi può dirlo.
Ti immagino tornare a casa la sera, buttare il giubbino sulla prima superficie utile, lasciare le scarpe in disordine e aprirti una birra davanti alla tivù. Guardare quella scatola luminosa e non vederla nemmeno. Non voglio pensarti a cenare da solo, spero che ti venga a trovare qualcuno e mi auguro anche che tu abbia avuto la splendida idea di prendere con te un amico a quattro zampe, saprai sicuramente come il loro pelo scalda il cuore, ecchissene se si appiccica pure ai divani. E ai vestiti. E okay, a volte, anche al viso.
Il tuo viso. Se avessi guadagnato un centesimo per ogni volta che provo ad immaginarlo, potrei mandare a quel paese lo studio, il sacrificio, il lavoro. 
Ecco, magari ti senti solo quando le luci si spengono, la città è arancione e la vita rallenta la sua corsa, ma non lo sei.
Si, diciamo che non so quanto tu ti possa ritenere fortunato, ma vorrei dirti, vorrei farti sapere che anche io sono qui, e sto aspettando proprio te.
Caro sconosciuto, non lamentarti del fatto che potrei essere io a prendere l'iniziativa e venire a scovarti in qualsiasi parte del mondo in cui ti trovi, poi capirai che non è pigrizia, o essere snob, ma paura, di non riuscire a trovarti. Stando qui invece, buona buona, posso almeno sperare che esisti.
 Che poi cosa cambia, in fondo? Se non è adesso e non è qui, c'è solo da aspettare, e sono una maestra dell'attesa te l'assicuro, ti prego aspetta anche tu.
Un giorno qualunque, magari con la pioggia, o forse con il sole, in un posto a cui non avresti mai pensato o esattamente in quello che ci eravamo costruiti nei sogni, di sera o la mattina presto, accadrà.
Ci incontreremo, perchè funziona così. E non devo stare mica io a spiegarti come funziona. Quando meno te l'aspetti, dicono. E sarà pure 'na stronzata, però io ci credo!
Forse sarà lo sguardo, un profumo, un'idea, ma qualcosa ci farà riconoscere. Ed io ti sembrerò bellissima, pur non essendolo, mi troverai perfetta... per te. Penserai che è buffa la mia voce, che ti fa ridere il modo in cui alzo il sopracciglio quando faccio una domanda, che le mie guance sembrano fatte a posta per i tuoi baci, le mie spalle per incastonarsi tra le tue braccia e le mie dita per intrecciare le tue. 
Probabilmente non sopporterai la mia presunzione allora litigheremo un pochino, ma giusto quel poco per poi poter fare pace, e ti prometto che ci sarà ogni volta una nuova, più forte, intesa. Ti racconterò tutto di me e a differenza degli altri non mi dirai che non ho nulla di cui lamentarmi e che sono una bambina viziata, sai che non lo sono perchè tu mi guardi negli occhi, e senza dire niente mi stringerai fortissimo, da sentire il tuo cuore che mi tuona direttamente nelle orecchie. Ecco perchè voglio aspettarti.
Ti farò fidare di me, perchè ti confesserò chi sono e capirai che sono due aspetti imprescindibili. Mi occuperò di te non per dovere, ma perchè vorrei restituire in minima parte l'amore che sento di ricevere. Guarderemo il calcio, verrò a tifare per te alla partitella con gli amici, porteremo a spasso i cani, cucineremo, faremo viaggi, faremocose, vedremogente. Saremo una squadra, non andremo sempre d'accordo su tutto, certo, ma il nostro segreto sarà la fortuna di guardare nella stessa direzione, solo così si raggiungono obiettivi comuni. Sarò sempre dalla tua parte perchè sarà la mia parte.
Quindi non essere triste, basto io, abbi un po' di pazienza piuttosto.
Sono certa che prima o poi, vivremo insieme, felici e contenti, come in ogni favola che si rispetti.

                                                                      Isotta."

lunedì 12 marzo 2012

Voglia di Poesia...

Ogni tanto mi sveglio come assetata, con un bisogno o una mancanza tra le dita. Ormai ho imparato a riconoscerla, ed è semplicemente sete di grandi pensieri, di far scorrere sotto gli occhi le opere d'arte, le parole che sgorgano dal cuore di gente straordinaria.
Perchè i poeti, quelli veri, stanno ad un altro livello. Talmente diverso, che spesso vengono creduti pazzi, quando sono solamente in grado di vedere e descrivere le vibrazioni dell'anima.
Lei è Lei e non ha bisogno di presentazione. Una tra le mie preferite, anzi La mia preferita. Colei che canta la solitudine ed il rimpianto con la semplicità che solo chi ha sofferto tanto per amore può governare.
Dove trova queste parole?
Guardate i suoi occhi e ditemi se non c'è scritto già tutto quanto...
Buon inizio settimana.

Quelle come me ...
 
 
















Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…
Quelle come me tendono la mano
ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Quelle come me inseguono un sogno…
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima…
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime…
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole…
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano innosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero…
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…

                                           ALDA MERINI
                                      

sabato 10 marzo 2012

Una telefonata e un pizzico d'egocentrismo...

Quasi quasi credevo di essere perseguitata e portarmi dietro il maltempo come un bimbo fa col suo peluche preferito, non fosse per il fatto che nebbia, pioggia e freddo non sono decisamente i miei pupazzi preferiti!
L'unico giorno Le uniche ore di sole da quando il 9 Febbraio sono tornata a casa, sono state quelle di una domenica mattina, la precedente al mio ritorno a Pavia, il giorno dopo.
Quello che ne è rimasto è qualche foto scattata a me, da mia sorella, che si diverte a farmi fare la modella, e io gradisco, se ricordate il post precedente.
Queste due sono tra le mie preferite e mi andava di condividerle con voi, niente altro!
L'olimpus è la macchina secolare del mio papà <3





















Subito dopo pranzo, ho dovuto abbandonare la camicia di jeans, indossare il maglione e gli stivali e arrendermi al fatto che no, la Primavera non solo non è arrivata, ma si farà attendere ancora per molto.
Ma quanto mi piace aumentare la saturazione?! :)
Durante questo mesetto a casa la parola d'ordine è stata relax. Dopo la full immersion rapida ma traumatica nella sessione d'esami, era esattamente quello che ci voleva. 
Gli esami sono andati fortunatamente tutti bene, ho svolto un'altro mese di tirocinio nella farmacia del paesello e dovrei essere felice, contenta e soddisfatta.
Tuttavia la serenità è una cosa a cui ho rinunciato da tempo, e ribadisco non che io abbia qualcosa di realmente grave di cui lamentarmi, ma veramente io sto male. Non mi sento apposto, vivo la vita a fatica, anzi la subisco. Sono scontrosa e sgarbata con i miei familiari, scostante con gli amici, intollerante con gli estranei. E non mi va bene. Voglio tornare ad essere quella bambina solare e gioiosa, che come dice mia nonna, aveva un sorriso per tutti. Si perchè stavo bene e non mi risultava difficile esprimerlo. Non sogno più, faccio solo incubi, tutti del tipo che devo salvare qualche animale o picchiare qualcuno che mi ha fatto del male, sbrigarmi a prendere l'aereo verso casa o a consegnare qualcosa in scadenza, come la tesi toh. Ma non riesco mai a compiere le azioni, mi muovo lentamente, per quanto mi sforzi di correre o sferrare uno schiaffo i miei movimenti sono moviolati, sbaglio gate e prendo l'aereo sbagliato, o perdo l'autobus e non consegno in tempo i documenti, catastrofi di ogni genere si frappongono tra me e il mio obiettivo, ma io per quanto faccia fatica, per quanto cerchi di ribellarmi e agire, non combino mai niente. Mi alzo semplicemente con l'affanno e il cuore che pompa per uscirmi dal petto, fradicia di sudore, stanca ancor prima di essermi alzata dal letto.
Il malumore è la mia ombra, quando capita (non raramente direi) di guardare il riflesso di me stessa apparire tra le vetrine, vedo una persona triste, camminare con le spalle chine e gli angoli della bocca pronti a toccare terra. Sono stanca, stanca, stanca di sopravvivere con queste angosce immotivate o almeno che non riesco a comprendere, ma dalle quali, allo stesso modo, non riesco a disfarmi.
Dunque per il bene di tutti, ma di me stessa per prima, l'ho fatto. Dopo anni di simaforse, oranonhotempo, ancoraresisto e micasonopazza, ho chiamato.
"Pronto. E' il consultorio Tal Dei Tali?"
"Si, come possiamo aiutarla?"
"Ho bisogno di uno psicologo. Il più presto possibile."
"Il primo appuntamento è tale giorno. Va bene?"
"Se non è possibile prima, benissimo grazie."
E prenotato il primo incontro. E' da tantissimo tempo che penso di farlo ma non avevo mai agito. Così per evitare di diventare l'Isotta degli incubi, ho deciso di provare.
Le prime cinque sedute sono gratuite e non guasta mai, ma se dovessi rendermi conto che ne traggo un beneficio, di qualsiasi entità, potrò continuare pagando solo il ticket ad ogni seduta. Ora sono un po' in ansia, non so se servirà realmente a qualcosa, se scoprirò che ho un problema o semplicemente già il fatto di svuotarmi mi farà bene, ma sono già felice di aver tentato, anzi già aver preso in mano il cellurare ed aver digitato il numero mi fa essere fiduciosa. Chissà magari è la svolta. 
Comunque meglio non caricare troppo di aspettative la cosa, sai mai che rimango delusa come sempre!
In ogni modo, al massimo, ci ho provato!
Spero passiate un buon weekend, io ho in mente di fare lunghe passeggiate al parco, importunare i cani e i padroni che incontro, cucinare un dolce per la colazione e leggere quel libro che devo ancora finire. Insomma un passaggio soft alla routine studentesca!
Take it easy, girls!
      
                                                                             Isotta

giovedì 8 marzo 2012

La fregatura d'esser donna...

Queste giornate, vari San Valentino e FesteDelleDonne, mi sono sempre stati sulle orecchie. E non ho problemi nei confronti del consumismo, merchandising, fiorai o proprietari di locali, tanto meno con gli spogliarellisti e chi li va a vedere. Non mi punzecchia nemmeno la spina della coscienza sociale, di ribadire che come oggi, anni fa, un cacchio che erano tutte in fila dall'estetista a prepararsi per festeggiare, le donne, erano piuttosto pronte a scendere in piazza a combattere contro milioni di anni, secoli di testa bassa e acqua in bocca, di servilismo e presunta inferiorità, di botte e diritti rubati.
Io non festeggio, semplicemente perchè non c'è nulla da festeggiare. Per me essere donna è un handicap, e no, me ne infischio delle quote rosa, delle agevolazioni al lavoro femminile, della parità fittizia laddove mai ci potrà essere parità.
Io volevo nascere maschio, per avere la vita in discesa. E tralasciamo il fare pipì in piedi, dove viene viene, quando ti scappa; o il non avere il ciclo, il non essere obbligati a fare la ceretta, la comodità dell'uscire dalla doccia strofinare i capelli ed essere pronti, del non aver bisogno dei tacchi per uscire a divertirsi ed apparire "sexy", dell'essere fighi con gli addominali, ma interessanti con la panza, maledetti se trasandati, affascinanti con le rughe e il brizzolato, sexy se unto di grasso di motore e splendido con la 24ore e il vestito. Ed oggi sono magnanima e voglio lasciar perdere anche il fatto che non sopportino niente altro oltre ad uno spruzzo di piacere per avere un figlio, a cui ovviamente va il loro cognome, perchè chi se l'è scarrozzato dietro per nove mesi, lo ha fatto uscire comodamente come può esserlo far uscire un pompelmo dalla narice o, al massimo, facendosi affettare la parete addominale, lo ha allattato dando in beneficienza anche il seno sodo, non ha fatto mica niente di straordinario.
Non sono fiera di essere donna per la gente che mi chiede "ma l'aiuti mamma, a casa?" , per le amiche che raccontano di come il fratello da un esame all'anno all'università ed è bellode'mamma, mentre loro sono in regola ma nessuno ci fa caso; non sono soddisfatta quando pretendiamo le quote rosa, che è come i posti privilegiati agli orfani di guerra, solo che a noi non manca niente, se non un n'appendice di carne, s'intende, e dovrebbe essere una conquista? Grosse risate. Non mi piace allo stesso modo che l'ex marito si sveni per pagare gli alimenti, praticamente sempre, praticamente anche nel caso lei fosse più ricca di lui; che sia scontato che debba essere Lui a pagare la cena, i miei soldi valgono esattamente quanto i tuoi; che per lo stesso lavoro io debba prendere di meno solo per il fatto che ho una vagina dalla quale forse un giorno vorrò presentare al mondo qualcuno, preferirei prendere di meno solo di chi è più capace di me, uomo o donna che sia. Vorrei che le donne la smettessero di andare contro le donne, spessissimo per accaparrarsi semplicemente un individuo dotato di pene, o che inorridiscono quando sentono "io non voglio figli". Per quanto mi riguarda Belen può mostrare non solo quella tatuata di farfalla, non mi offende mica, mi offende immensamente di più che in Spagna la pillola del giorno dopo è gratis e senza ricetta, mentre da noi è talmente difficile abortire, che vogliono far si che sia doloroso e ostacolano i medici che vorrebbero somministrare la RU486; mi offendono il Papa e il bigotto che condanna il mio corpo, il decerebrato che ti palpa sull'autobus affollato, chi pensa che il fatto che indossi una minigonna e tacco 12 significhi che sono una facile, o quelli che credono che messaggini smielati e sgrammaticati mi facciano capitolare. Mi da' noia chi mi considera un'incubatrice ambulante, obbligata a procreare per "sentirmi realizzata" (ma che stronzate!), chi pensa che una donna non debba guardare il MotoGP o non sappia cosa è il fuori gioco e non sia in grado di parcheggiare; chi mi critica in quanto pigra perchè "e se ti sposi come fai?" semplicissimo, non devo trovare un'altro pigro, ammesso che voglia sposarmi e non decida di diventare la futura destinataria di un premio Nobel per la chimica.
La verità è che io non volevo essere donna, perchè è faticoso. Ci chiamano il sesso debole, eppure non ho mai visto mia madre o mia nonna che schiacciano il pisolino pomeridiano, nonostante lavorino da sempre, mai, nemmeno quando il termometro segnava 39°. E sono convinta di questo, che qualsiasi uomo, anche il più comprensivo e disponibile, non lavorerà mai quanto una donna, che otto ore di lavoro, la casa da pulire, i figli a cui far fare i compiti o da accompagnare a calcio, il pranzo e la cena, i consigli, il supporto, le lavatrici, le amiche, gli amici di lui a cena, il volontariato, dare una mano ai tuoi ormai anziani, anche ai suoi già che ci sei (che le donne hanno un cuore grande), telefonare al nipotino per il suo compleanno e ricordarsi di fare la spesa, mantenersi curata, interessante e disponibile (sperando che non si stufi lo stesso) e poi... ah si, già, dormire!
Ecco care Donne, io lo so che siete straordinarie, ed è proprio per questo che mi tiravo volentieri fuori, perchè tutte queste cose, senza impazzire, le può fare solo chi ha una vagonata di amore da regalare ogni giorno, una forza sovrumana di spingere sull'acceleratore senza risparmiarsi mai, chi è talmente grande da essere nata femmina.
A voi, non il mio augurio. La mia immensa stima.
                                                                                 Isotta.