lunedì 28 novembre 2011

La vita non è un film..ahimè!

E' già lunedì. Essì, inizia un'altra settimana e io proprio fisicamente non ce la posso fare:
punto numero uno, non ho studiato un cacchio e l'esame è mercoledì.
punto numero due, c'è una nebbia depressiva che la metà bastava.
punto numero tre, ho i dolori di un'ottantenne causa umidità e imminente arrivo ciclo.
Se, come si suol dire, il buon giorno si vede dal mattino, direi che anche per questa settimana, siamo apposto
Ho letto un link su faccialibro su una cosa che io ho sempre pensato, e cioè che un film è bello perchè si tagliano via i momenti "morti", di stallo, allora tutto appare avvincente e possibile. Togliendo il tempo dell'attesa, della banalità, anche le nostre vite potrebbero diventare dei capolavori. Togliamo tutta quella robaccia di ore di sonno inutili, visitine in bagno per assolvere i doveri fisiologici, gli spuntini a casa o i pranzi coi parenti tutti ultrasessantenni, i periodacci da single e depresse, in casa a vedere C'è Posta Per Te, per me? per gli altri! A me chi vuoi mi mandi nulla, se la mia vita sociale si riduce allo scambio di battute con la commessa dell'Esselunga per sapere se voglio o meno la busta!?
E le attese alla fermata, alla mensa, dalla parrucchiera? tutto e.l.i.m.i.n.a.t.o !!
Che nei film le uniche scene in cui si intravede un letto è perchè lo stanno usando non per dormire, il bagno esiste solo per bagni caldi e rilassanti, con la schiuma e le candele, gli spuntini a casa li organizza il figone/amicoinnamoratomacheleinonfila di turno, ultrasessantenni non ce ne stanno proprio, e le single e depresse assomigliano a Cameron Diaz, Jennifer Aniston, ecc.. ma adesso secondo voi, queste, quando mai nella vita potrebbero lontanamente essere single e depresse?
Ecco, se adesso potessi girare il mio film personale si svolgerebbe così:
Isotta, sedicenne, è una quasiragazza razionale ed indipendente, dedita allo studio con un'amore sconfinato per gli animali, e poca, pochissima fiducia nel genere maschile. Tanti amici maschi, nemmeno una femminuccia con cui parlare di smalti. Un giorno inciampa nel ragazzo trasferitosi al paesello, alto, moro e simpatico. Il suddetto ha un cane, si mettono a chiacchierare, si scoprono ogni giorno più vicini, tanto che dopo qualche mese sono tanto vicini che Isotta s'è giocata il jolly. Tutto sembra andare a gonfie vele. FIRST CUT. Isotta si diploma con il massimo e non può sprecarsi nell'università vicino al paesello, no, deve andare via, lontano, "sfruttare i suoi talenti" le aveva detto qualcuno. Il rapporto si incrina, lui la vuole accanto a se', lei deve spiegare le vele del suo futuro e col cuore trafitto prende l'aereo. SECOND CUT. Sono passati tre anni, dopo i primi due in cui il rapporto aveva retto, adesso si sfalda completamente, iniziano le bugie, il rancore, le lacrime, l'odio, la rottura. Isotta è vuota, si sente persa, ma rimane aggrappata al suo dovere e si dedica anima e corpo al conseguimento della laurea. TIRD CUT(quello che vorrei adesso!). Il sole brilla alto in un insolito azzurro cielo di Ottobre, e la ragazza esce dalla sala, una corona d'alloro intrecciata con fili rossi in testa ed un sorriso talmente grande da ricoprirle il viso, gli occhi dei suoi genitori brillano come quel sole. Alla fine delle imponenti scale, sotto il porticato dell'università, c'è un mazzo di tulipani e un biglietto "Dottoressa, adesso potrò averla per me?". Un ragazzo vestito di blu, fermo tre passì più in la del mazzetto, la guarda con i suoi occhi chiari, col suo viso dolce e incorniciato dai capelli castani. Isotta gli si avvicina, alza il viso per guardarlo bene e con fare ironico dice "credo, proprio di si". 


FOURTH CUT. Isotta e il bel ragazzo si sposano felici e contenti e lei indossa un amazing vestito bianco sporco, a sirena, in organza e inserti in pizzo adagiati sulle curve del busto, la schiena scoperta, e un velo delicato. Vivranno per sempre felici e contenti e nella scena finale, sullo sfondo la festa nuziale nella villa di-lui famiglia, loro due con i calici in mano si guardano teneramente negli occhi, "Sono onorato che tu mi abbia concesso di starti accanto per il resto della vita, ti amo". Lei poggia la testa sulla sua spalla e dice "Ti amo".. e sbeng! Nel momento in cui pronuncia quelle parole rivede il viso del suo primo amore.
                                                            The End.

Morale: Isotta non è una scenegiatrice e s'era capito. Altresì la vita è una vera merda!
Vi prego non fatemi sentire una scema totale e descrivete il film che vorreste della vostra vita, oppure di come si è rivelato meglio di quello che desideravate, anche con un post se l'idea vi garba :)
Buon inizio settimana. Sto superando, anyway..

                                                                                 Isotta

venerdì 25 novembre 2011

Dentro i miei occhi..

                                                                       [Da una, non troppo, vecchia mail..]

Io sono una brava persona, lo sono davvero. Abbastanza carina, alla mano, simpatica, mi dicono dopo avermi conosciuta, dietro lo strato di timidezza ed apparente sindrome della puzzasottoilnaso. Ho sempre studiato tanto, lo studio è stato il cardine sul quale ho fondato le basi per diventare la persona che vorrei essere. Ho scelto una facoltà scientifica perchè mi piacevano tutte le materie, ma in chimica,biologia e fisica ero una bomba! Inoltre mettici pure che sono una curiosa patologica e le mie curiosità si integrano con i miei studi. Mi interesso di tantissime cose dalla politica agli smoky eyes, dalle ultime sfilate di moda ai codici html o la grafica computerizzata, passando per la filosofia e la letteratura, disegno, dipingo, mi "dopo" di telefilm americani (non ce ne è uno che io non conosca, ovviamente li guardo sottotitolati) e anime giapponesi, vorrei imparare a fotografare ma devo aspettare di avere una macchina decente con cui farlo. Adoro leggere, divoro i libri fin troppo velocemente e quando arrivo alla fine mi dispiace di essere stata così avida; mi piace il calcio, il motoGP, il Wrestling e gli sport in generale, ma la cosa veramente allettante sono i rugbysti che si lottano la palla ovale. So ballare, dopo 13 anni di danza classica e jazz mi pare il minimo, e cerco di vestirmi decentemente per quelle che sono le mie possibilità, parlo inglese e qualcosa di francese e tedesco, dovessi arrangiarmi con lo spagnolo non avrei problemi, avevo iniziato un corso di Giapponese ma sommato all'università era davvero troppo; ho viaggiato non tanto quanto avrei voluto, ma a questo spero di poter rimediare. Sono sveglia e intelligente (e lo dico con presunzione dopo averlo sentito da gente insulsa!), sto cercando di costruirmi un futuro serio, puntando sulle mie forze e su certezze concrete, non vorrò mai dipendere da nessuno economicamente (i miei soldi di donna valgono esattamente quanto quelli di un uomo quindi, ad esempio, per cena si fa una volta per uno), il fatto di contribuire per il 95% percento alle mie spese universitarie, grazie alla borsa di studio, è motivo di orgoglio per me, come anche aver avuto la forza ed il coraggio di andare via di casa, una diciottenne alta un metro e una piuma distante 1200Km, con un carattere non propenso ai cambiamenti, ma queste cose mi hanno permesso di imparare ad occuparmi di me (non ero mai andata in un posto completamente sola) e delle altre mansioni di cui un giorno necessiterà una casa( non avevo mai lavato un cucchiaino in vita mia, e la mela sto imparando solo adesso a sbucciarla). Mi diletto a cucinare, e sto imparando, certe cose mi vengono davvero buone, i dolci in particolare, sarà che vivrei solo di questi se non subentrasse il coma iperglicemico! So ascoltare e capire le persone, sono leale, sincera e a volte ingenua, sono fragile ma tenace e caparbia. Sono estremamente sensibile e questo la maggior parte delle volte è un handicap, amo gli animali più di ogni altra cosa al mondo e le persone buone, qualche volta. Mi sarebbe piaciuto avere degli amici veri. Ho il coraggio di chiedere scusa quando sbaglio, di pentirmi se so di aver sbagliato, l'intelligenza di cambiare idea sapendo che non significa essere contraddittori. Ero egoista e scontrosa, ipersuperultra viziata, presuntuosa ed egocentrica, ma sto crescendo ed è un grande dono non sentirsi arrivati. Detesto gli sciroppi, piuttosto una bella puntura. Mi commuovo per un film, per mamma gatta che abbraccia il suo piccolino, quando dico addio a chi non rivedrò mai più, quando i percorsi finiscono, ai matrimoni ma faccio finta di niente. Mi sciolgo davanti a due vecchietti che ancora si tengono per mano che ciondolanti si sorreggono a vicenda per strada, mi emoziono quando c'è il nostro inno, quando "vinciamo" le medaglie d'oro, perchè siamo il Bel Paese e nessuno pare più ricordarselo. Per le stelle cadenti, per l'alba ed il tramonto, per la neve a Natale, per lo scintillio della luna sul mare, per i fuochi d'artificio abbracciata al mio amore. Mi emoziono quando il carrello tocca la pista e in testa penso "è la mia terra, sono a casa" ma non lo ammetterò mai, quando la gente si unisce e con una forza straordinaria cambia le cose, quando una fogliolina si stacca dal ramo e finisce sul mio cappotto, perchè penso che ha scelto me. E mille, mille altre cose ancora. Ho sempre desiderato un amore immenso, di quegli amori da manuale, forti e prepotenti, per tanto tempo ho rintanato in cantina questa speranza, perchè la testa vigile mi ha sempre fatto notare come non fosse possibile una cosa del genere. Ed ho resistito, per tanto tanto tempo ho fatto quella razionale che non gliene importava, quella dal cuore gelido che non sogna di sposarsi o avere una famiglia. Non è così, l'unica cosa di cui mi importa davvero, oltre agli animali, è condividere la vita con qualcuno. 
Se tutto questo non l'hai mai visto, significa che non mi hai mai guardata troppo a lungo negli occhi..

martedì 22 novembre 2011

Regalo di Natale anticipato: un e-book!

Il mio professore di italiano ci aveva già proposto questa idea dell'e-book, più di cinque anni fa, ma sinceramente nessuna di noi della classe l'aveva accolta con entusiasmo. 
Come rinunciare al profumo delle carta, al rumore che accompagna la fine di una pagina e l'inizio dell'altra, ad avere il libro sempre in borsa e pronto a colmare ogni spazio lasciato vuoto dagli impegni, dall'avere da fare, dell'aspettare in fila per qualcosa? 
Credevo non fosse la stessa cosa leggere un libro e leggere un e-book, poi un amico mi prestò quello che gli aveva fatto cambiare idea e mi disse "dammi retta, prova!". E si, le differenze ci sono, ma quello che è il significato primario del leggere, resta. Ci sono i personaggi, la storia scivola tra pixel invece che sulla carta, ma ti cattura uguale, e il senso di essere immersi in un altra vita, un altro spazio, non cambiano.
Quindi quando ho letto il post di Chiara, ho pensato che era proprio una bella iniziativa ed ho colto la palla al balzo decidendo di partecipare:

Ho spedito una mail, con nome, cognome, indirizzo del blog; ricevuto una rapida risposta e successivamente mi è stato spedito l'e-book che ho scelto "Blacklands di Belinda Bauer".

Se volete partecipare ecco il link per sapere come fare!
Affrettatevi perchè solo i primi 100 blogger che invieranno la mail, potranno partecipare!

Sarà il freddo..che confonde!

Mercatini di Budapest (dal Web)
A chi non piace il Natale alzi la mano? Ecco nemmeno l'ombra di un dito. Si perchè il Natale è la festa per eccellenza, quella che aspetti da dopo Santo Stefano fino alla prossima vigilia! A Natale siamo tutti più buoni, ma sul serio, mia madre che è una di quelle talmente risparmiatrici (tirchia suona male, ma quello è) da avere le mani direttamente attaccate alla spalla, spende e spande per comprarci i regali che desideriamo, per farci contenti, pare che a Natale gliene importi qualcosa, quindi si, questa festa ci rende decisamente più buoni! E poi, le vetrine non sono meravigliose? Dar fuoco ai risparmi in pacchetti colorati ed essere giustificati non è bellissimo? Le luci e gli addobbi non rendono l'aria magica e romantica? E Mariah che canta ininterrottamente "baby, all I want for Christmas is you.." ? Ho gli occhi a cuoricino! Io non sono credente, anzi sono proprio atea convinta dalla tenera età di otto anni, ma quest'atmosfera meravigliosa mi ispira davvero tanto amore, e anche io non vedo l'ora che arrivi la mezzanotte per scartare i regali, anche perchè la mia borsa firmata me la cucco quasi ogni anno hihihi(ghigno da matrigna di Biancaneve), dopo aver cenato, aehm aver visto gli altri cenare, e poi uscire e fare gli auguri a tutti gli amici, in piazza fino a notte inoltrata per aspettare il resto della compagnia che, da bravi cristiani, sono andati a messa! magnifico, magnifico!
Bene Buon Natale a tutti quanti, alle vostr... che è?
Non è ora? Ma come, è il 21, ci siamo quasi, non è che proprio il giorno di Natale mi metto a smanettare sul blog, li faccio adesso gli auguri ai miei nuovi amici della blogosfera! 
E' il v.e.n.t.u.n.o si, ma di N.o.v.e.m.b.r.e!
Alt. E tutti quegli addobbi per le strade? E le musichette natalizie? E le signore impellicciate (assassine) con i pacchetti? E le vetrine che trasudano Dicembre? 
Eh niente, pare che dal prossimo anno tireremo fuori l'albero a fine Agosto, così il marketing ci guadagna e a me si sballa l'orologio biologico. Ma dico, gli addobbi non dovevano uscire dagli scatoloni della cantina, la mattina dell'Immacolata? E che ci fa già tutto pronto il 21 Novembre? Di questo passo svanirà la magia, l'attesa è ciò che rende più desiderabile il tutto, la differenza la fanno l'unicità di quei giorni, perchè in fondo io 365 giorni all'anno mangio mangiavo con i miei, mia sorella e i miei nonni, e se ci fosse sempre la tovaglia rossa, il centrotavola col pungitopo, l'albero e il presepe, non sarebbe nulla di speciale, il Natale (ovviamente parlo per me che non sono coinvolta dal punto di vista religioso ma esclusivamente materiale!). Quindi perchè signori del marketing, perchè rovinare una delle poche cose belle che ci sono rimaste? Perchè distruggere la meraviglia di aspettare fino, almeno, a Dicembre, l'aria della festa? Tanto chi compra i pacchettini adesso, non lo farà dopo, non è che festeggiamo due volte, perchè vi credete talmente intelligenti rispetto a noi, da pensare che ci prendete per fessi tanto da farci festeggiare due volte il Santo Natale? O se no, cosa altro può essere questa frenesia, un macabro piacere nel torturarci psicologicamente visto che contando da adesso manca più di un mese ai tanti agognati giorni di ferie, mentre dall'Immacolata un due settimane circa? Ma cosa siete dei sadici? Eh ma loro fanno le strategie di vendita!
Evidentemente questa notte i folletti di Santa hanno impacchettato la città con ghirlande di aghi di pino e fiocchi rossi, lucine come se piovesse, tappeti rossi che augurano buone feste per le vie dello sCiopping e i suonatori ambulanti si sono adeguati. Sono rimasta di stucco, sabato non c'era niente di tutto questo!
E adesso la mia frenesia di tornare a casa è aumentata a dismisura, resisterò fino al 17 Dicembre? Si dai devo concentrarmi che ho un esamino..
E nel frattempo devo iniziare a pensare ai regalini. Le vostre città si sono già trasformate? Voi siete già entrate nel mood? E le idee per i regali ci sono o siete da ultimo momento utile?
Saluti e buon inizio settimana!
                                                                              Isotta

sabato 19 novembre 2011

Un cielo rischiarato...

La mattina, spingere il primo centimetro di corpo fuori dal letto è dura. Il torpore dei sensi, ubriachi di soffice stoffa e tepore, la pace del dormire, contrapposto al freddo che la notte si è impossessato della stanza, alle mille cose da fare in prospettiva di un'altra noiosa giornata grigia di Autunno. Alzarsi è un supplizio per tutti. E' la prima violenza della giornata che ci autoinfliggiamo. Perchè parliamoci chiaro, in origine non eravamo progettati per svegliarci alle 7.00 con la sveglia che ti urla nelle orecchie che il tempo passa, non era previsto che andassimo chi in ufficio, chi a scuola, chi ad aprire il negozio, avendo magari passato prima interminabili ore di attesa, nel traffico soffocante o alla fermata dei mezzi perennemente in ritardo, o in anticipo se per quella mattina speravi ci fosse quel fisiologico slittamento delle lancette che ti fa imprecare ogni giorno, che ci vuoi fare per la Legge di Murphy è così! E non ci saremmo neanche dovuti arrabattare tra dialoghi con gente isterica, depressa o ansiosa, non lo saremmo stati noi, perchè in principio, non sarebbero esistiti ne' l'isterismo, ne' l'ansia, ne' tanto meno la depressione. Ci si alzava, si cacciava per sfamarsi e poi a far niente tutto il giorno, al limite ci si accoppiava random (che voglio dire, fa sempre bene) o si sonnecchiava beatamente nella caverna. Questo masochismo, innato, nella nostra specie! Prendi i gatti* : loro si che si sono evoluti, con la scusa di cacciare i topi si sono accaparrati la simpatia degli umani, piano piano a suon di strusciatine e miagolii si sono impossessati del caminetto, del tappeto, del divano, in un escalation di comodità. E adesso eccoteli lì, serviti e riveriti, spazzolati e massaggiati, spaparanzati sul sofà, ti guardano con quegli occhi sonnacchiosi e da iosonol'altezzarealeetuloschiavo e pensano "questi stupidi umani escono,rientrano,riescono, fanno le pulizie, vanno al supermercato, litigano, fanno pace per poi ri-litigare, studiano, lavorano, urlano. E invece dovrebbero solo dormire 15 ore al giorno, e qualche volta, durante il calore, accoppiarsi.La vita non è complicata in fondo!" Nella prossima vita voglio rinascere gatto!
Per fortuna esiste il weekend. A meno che voi non siate quelli da "se non c'è la gita fuori porta non mi rilasso" . Come se sparasi ulteriori ore di macchina, o mezzi, concentrare quello che si intende vedere in una giornata e mezza al massimo, e catapultarsi a casa giusto in tempo per tornare al tran tran settimanale, con annessa depressione del lunedì e depressione post-viaggetto, sia un'attività rilassante. Divertente, magari, per alcuni, ma di rilassante non ci stanno nemmeno le esse doppie! In effetti io sono di parte. I miei mi avranno sicuramente rubata ad una povera mamma bradipo che ancora mi cerca a al chi l'ha visto dei bradipi, che poi figurati che ricerche tempestive potrebbero fare i bradipi, anyway sto divagando.
Quindi, mi sono svegliata verso le 12.00, stiracchiata e contorta per un'ora nei grovigli di lenzuolo e piumone, mangiato due fette di pancarrè con la nutella e un bicchiere di succo, docciata e vestita, mi sono incamminata verso il centro, ho visto il Ticino, la nebbia si è diradata, sono entrata in qualche negozio ed ho pure comprato a 25 euri (assieme) due maxipullover/vestitino da usare ogni giorno, il prezzo era bassissimo e devo dire che li uso parecchio perchè sono comodi ma un po' meno sportivi dei soliti jeans e maglioncino. 
Eccoli (perdonate la pessima qualità delle foto e no, non voglio imitare la Ferragni, per carità!) :

 
E improvvisamente mi sono accorta di una cosa, non mi succedeva da tempo: stavo bene. Ero serena, spensierata, in pace con il mondo e me stessa. La nostalgia di casa non mi faceva venire le lacrime, il pensiero fisso di lui non mi roteava negli occhi, camminare da sola non era un peso, ma un momento per stare con me, e ci sono stata bene, finalmente dopo tanto tempo. So che questa condizione non durerà a lungo, ma in questa "epifania" ho anche incluso la lezione di vita numero 1: bisogna vivere il momento, quello che verrà si affronterà quando sarà ora, che pensarci da adesso rovina solo l'istante di tregua che stai vivendo e mica ti salvaguarda dalla tempesta che si ti abbatterà addosso più avanti.
Adesso sono qui a scrivere il post e sorseggiare una tazza di thè verde. Il cielo si è liberato dalla nebbia dell'ultima settimana appena trascorsa, ed io, la mia nebbia, per un po' si è fatta da parte per ricordarmi che in fondo, il sole è sempre lì a guardarci!

*Ovviamente parlo dei fortunati gatti di casa. La maggior parte dei mici, vive tra i bidoni dell'immondizia, la rinotracheite, le pulci, l'abbandono e la solitudine, le sevizie e la cattiveria. Mi auguro che un giorno tutti, possano sdraiarsi su un divano comodo e pensare di essere re e regine delle case.

Passate un buon weekend, di relax!

                                                                      Isotta.

giovedì 17 novembre 2011

Mon temps perdu..et retrouvé !

Stavo facendo merenda con patatine e coca-cola, che salutista sono eh?! Un paio di patatine in bocca, poi una sorsata di dolci bollicine e improvvisamente mi è tornata alla mente una sensazione, un ricordo, probabilmente seppellito sotto giga e giga di altri ricordi, altri pensieri, neanche poi più di spessore di quello o con più rilevanza. Voi conoscete À la recherche du temps perdu di Proust?  Io l'ho studiato al liceo, letteratura francese, con la Prof madrelingua - le "n" il-est nasale, nasale! es-tu capable de dire "n" pas "En"? - mi aveva colpito per il fatto che il tizio aveva scritto circa 3000 pagine, successivamente divise in sette volumi per ovvie ragioni, grazie alle quali voleva "vincere" il tempo. E secondo me ci è riuscito, il solo fatto che è stato capace di scrivere un'opera di sette volumi piazzata, a ben diritto, nella letteratura mondiale, lo dimostra. Leggemmo un brano tra i più conosciuti, quello sui mémoires che il dolcetto a forma di conchiglia, la madeleine, e un sorso di thè caldo, rievocano alla mente dello scrittore/protagonista. Vedendomi quasi in fase REM la prof decise che sarei stata io a leggerlo per tutti, mi fece un grande regalo quel giorno. Sono rimasta sedotta dal pensiero che trasudava dalle parole che mi correvano sotto gli occhi e fui felice quando notai che, senza un briciolo della sua poesia, comunque io quelle cose le avevo già pensate! E vissute. 
Inoltre il tema dei ricordi, della nostalgia, della vita che passa, del tempo, è un argomento su cui mi ritrovo spesso a riflettere, proprio per la sensazione di vuoto tra le mani che mi lascia questo scorrere via, senza possibilità di ritorno, questo conto alla rovescia verso la fine..
Prima quindi, ho rivissuto un attimo, una sensazione, mi sono infilata nel corpo di Isotta bambinatimidaalcompleannodell'amichetta, ed ho vinto il tempo. In quel piccolo, leggero e volatile istante sono tornata indietro ad un secondo di vita trascorsa, forzando le regole della fisica, incorruttibili ed immutabili. 
Secondo Proust solo così possiamo sconfiggere il grande tiranno, con quella memoria che lui chiama memoria "spontanea", arriva all'improvviso ti fa rivivere chi sei stato, senza una logica, grazie ai sensi, un odore, un gusto, una sensazione tra le dita; al contrario di quella "volontaria" di cui ci serviamo per richiamare un ricordo in maniera logica, appunto, e razionale.
Quando vivo questi momenti sento una profonda nostalgia per quelli che sono passati e non potranno materialmente tornare, ma il fatto che sia stata questa sorta di coscienza del ricordo a spolverarli, mi consola, capendo che per affiorare senza bisogno di un aiuto razionale, significa che li ho vissuti a pieno, inglobandoli in me stessa per sempre, ed è per questo che Proust sosteneva che possiamo battere il tempo, e io condivido il suo pensiero: perchè nella dimensione interiore quegli attimi non passano, sono ancorati a sensazioni indelebili.

“Quando d’un passato antico niente sussiste, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore restano ancora per lungo tempo, come anime, a ricordare, a attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile l’immenso edificio del ricordo”

A voi è mai capitata questa cosa? Bon Mercredi= metà settimana.. yuppie!!

                                                                                          Isotta.

venerdì 11 novembre 2011

RiCadute, Sbagli..

Chi combatte con i se ed i forse è destinato a perdere. I vincenti che conosco e considero tali, sono quelli che combattono con l'adesso e il qui, non guardano indietro, non scrutano avanti, non suppongo o immaginano. Vivono. Ora. 
Invece è sentirsi prigioniera della propria pelle, scolpita nelle opinioni degli altri, rinchiusa tra i confini serrati del non capirsi, del non riuscire a bucare le pareti d'osso di un cuore duro. Un cubo vuoto d'acqua gelida, sulle pareti coperte di condensa, i segni di una forza troppo debole per riuscire a non soffocare, per riuscire a trovare una via d'uscita, il volto sfocato dalle molecole d'acqua aggrappate al vetro freddo, lontano dal ritratto che altri occhi ci dipingono su.
La paura che alle orecchie altrui arrivino parole diverse da quelle sputate via direttamente dal cuore, non bypassate dal cervello, che forse la gente ascolta i rumori confusi della città e non il silenzioso passagio del vento tra gli alberi in collina. Che forse il problema è nell'osservatore, nell'ascoltatore, e le colpe, le brutalità, le falsità, la cattiveria che sembra essere la tua di pelle, è quella che riveste il suo corpo, non il tuo.
Che uno vede come è abituato ad agire. Un vetro invisibile e trasparente cosparso di pece, sembrerebbe nero, o è semplicemente chi sta a guardare che essendo strabordante di buio lo vede tale, e basterebbe lavare il vetro o sciacquarsi gli occhi, il cuore, la mente. La rabbia è un buco nero, senza logica.
E quello che siamo stati e continuiamo ad essere è rabbia, col corollario che si porta dietro. La consapevolezza che se fossimo stati altri, se avessimo pensato in maniera diversa, se e ma. Perdenti rispetto a noi stessi, perdenti rispetto al tempo, alla vita, all'amore, perdenti nei confronti di un "noi" che abbiamo stuprato, ingenuamente e con gli occhi sporchi di terra, senza coraggio di lavare le mani e pulire gli occhi, per paura di essere giusti, quando ci eravamo sempre detti di non esserlo.
Ma con i se e i ma, non progredisci, rimani a metà strada, voltandoti indietro per scoprire se hai imboccato il viale sbagliato, e sporgi il collo in avanti a vedere cosa ti aspetta, ma la paura è così tanta che ti inchioda nel punto di flesso, come in quei film d'avventura quando il ponte crolla e sei esattamente a metà, e non c'è indietro e non c'è avanti come possibilità, ma solo il precipitare.
E precipiti, perchè sei un perdente.
Ma la cosa peggiore in assoluto, più del sentirsi un'incapace e averne la conferma, più del portarsi addosso colpe che non si hanno, più del perdere quello che non avresti mai voluto lasciar andare, nonostante tutto, la cosa peggiore in assoluto è l'illusione.
L'essersi illusi, per sprazzi di attimo, che avevamo trovato il coraggio, la forza, la caparbietà e l'incoscienza per azzardare un'ennesimo passo, l'uno verso l'altra, in un timido groviglio di dita.
Distanti, a guardarci in faccia, coi piedi pesanti come una colpa, anneghiamo.


Mi sento un puzzle. E non trovo i pezzi per ricostruirmi.

                                                                                            Isotta.

martedì 8 novembre 2011

Di Voli..

Mi ricordo come è stata la prima volta. Avevo otto anni e sembravo averne sei, e mi è sembrato tutto più grande ed imponente rispetto a come lo vedo adesso.
Saluto il papà, i nonni, i gatti e Rocky (il mio vecchio cagnone che ora non c'è più..),tra le mani la valigia che in realtà era un borsone ed ero pronta per partire, per volare, direzione Milano. Una misera oretta e mezzo di viaggio,rispetto alle successive Londra, Barcellona,Toronto, New York, ma ero così emozionata e felice.
Andavamo con mia madre a trovare mio zio, suo fratello, partito tanti anni prima. Lui era il mio fratellone, quando sono nata aveva 19anni e facevamo la gara di rutti, litigavamo perchè io volevo vedere i cartoni e lui studio sport (o la versione di una quindicina d'anni fa), mi faceva rotolare nella neve fresca e immacolata di un parcheggio non in uso dove i miei non mi ci avrebbero mai portata, e potevamo anche andare a largo coi braccioli, quando non ci vedeva mia madre! All'asilo chiedevo sempre a mia nonna se sarebbe stato lui a portarmi a casa, all'uscita, e quasi sempre c'era, e quelle poche volte che non era lui a venire ero io a mandarlo a chiamare, e verso casa ce ne tornavamo sempre assieme, in una mano teneva la mia e nell'altra lo zainetto rosso.
Il lavoro lo ha portato via, per chi ha studiato per fare il professore l'unica chance è il Nord, ha vissuto da solo per tanto tempo e ogni tanto facevamo a turno per andare a trovarlo. Ora è sposato, ha due bambini simpatici ed ogni venerdì sera ci sentiamo, qualche weekend vado a casa da loro, mi faccio coccolare un po'. Però la gara dei rutti non la facciamo più, in ogni caso vinceva sempre e non mi piace perdere :P !
Ormai ho così tante miglia accumulate sulla card che potrebbero darmi il diploma di hostess, honoris causa, ho spompato la carta a furia di viaggi da 300 miglia all'andata e 300 al ritorno, quasi ogni mese, perchè ve lo devo dire a me viaggiare Alitalia piace un casino, e c'è una gran bella differenza coi low cost..che poi basta prenotare con lauto anticipo e alla fine il prezzo è lo stesso di un Ryanayr che ti chiede euri anche per andare a fare plin-plin e non ti offrono neanche biscottiosalatini? e quanto mi piacciono i salatini!
Il viaggio in aereo mi garba da matti ma quello che mi affascina di più è l'aeroporto. Arrivo sempre in anticipo, strano per me, ma è davvero l'unico posto verso cui mi incammino di buon'ora e di buon grado. Mi siedo ad un sedile scomodo (credo che gli arredatori li scelgano in modo tale che non ci si possa addormentare e perdere il volo!) ed inizio ad osservare tutta quella massa di gambe e braccia, volti ed espressioni, razze e lineamneti. L'areoporto è quello spazio senza confini tangibili, calpestato da suole che trasportano terra di ogni paese, un brusio di parole straniere, un collage delle lingue del mondo, il ritratto di tutte le sfumature di pelle e delle forme degli occhi, di età e atteggiamenti, senza nazionalità definita, ma bacino di tutte quante. E mi sento completamente immersa in questo flusso di ginocchia che corrono, salgono, volano, scendono, vanno o tornano, partono o arrivano, lasciano o prendono, sono in ritardo o in anticipo, salutano per la prima volta o per l'ultima, per rivedersi o per dirsi addio. E tutto questo glielo leggi in faccia, ai viaggiatori. Sono diventata bravissima ad individuare la tipologia, anche se ce ne sono alcune inconfondibili che anche una talpa noterebbe ad anniluce di distanza. Ditemi se non vi è mai capitato di vedere:
° Una modella vestita casual, con l'occhialone scuro e i capelli cenere legati come una ballerina, i leggins che disegnano gambe troppo lunghe e troppo magre per una comune mortale, la Tshirt larga che cade da una spalla lasciandola scoperta, la borsa firmata e capiente; e se uscissi io così si fermerebbero per darmi qualche spicciolo.. arrrrgh invidia!
° Poi c'è il gruppo dei ragazzi tedeschi, visi stravolti, maglietta bianco sporco che in origine sarebbe dovuta essere bianca e basta, pantaloni con tascone che arrivano fino al ginocchio anche a Dicembre, scarpe da skaters ultrausurate, e poi quel trasandatoall'avventura che fa proprio tedesco!
° Immancabile il SuperManager con vestito sartoriale, ventiquattr'ore in pelle, scarpe di lusso, orologio vistoso e profumo che lascia il segno del suo passaggio, alto e brizzolato, perennemente al telefono, ovviamente di ultima generazione!
Chi ho dimenticato?? Aggiungete pure..

P.S. Scusate per l'assenza, ho ricevuto in regalo un biglietto andata e ritorno e sono scappata a casa per una luuunga settimana! Mi spiegherò meglio nei prossimi post :)